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I'm a teenager

Non poteva che essere amore a prima vista. Lui è un artista da sempre appassionato di musica punk rock, loro una delle etichette discografiche più alternative sul piano internazionale. Cosa poteva nascere dall’unione di un cervello creativo come quello di Massimiliano Marzucco, in arte I’m a teenager, e le idee di un’etichetta discografica come la Rude Records? La risposta è niente meno che una bellissima illustrazione da cinque metri quadri realizzata sulla parete centrale dell’headquarter di una della case discografiche più influenti di Milano.

Dettaglio opera Rude Records di Max

Ma facciamo un passo indietro: come nasce un progetto del genere? Per prima cosa, la casa discografica ha scelto l’artista che preferiva della nostra rosa. Poi sono seguite diverse settimane di brainstorming, bozze, correzioni, scambi, risate, riflessioni e altre bozze ancora. E infine la realizzazione dell’opera, momento in cui l’artista si è sentito perfettamente in linea con quelli che sono i valori della casa discografica e ha pensato di essere pronto a creare qualcosa che rispecchiasse in pieno le sue richieste. Il risultato finale? Un dipinto unico e personalizzato creato ad hoc proprio per quella parete.

Dettaglio bozzetto Rude Records di Max

La bellezza del progetto a cui I’m a teenager ha dato forma infatti è che non si è limitato a copiare su un muro un disegno scelto dal suo portfolio ma piuttosto ha dato vita a quello che è il risultato di una collaborazione attiva costruita su un continuo scambio di idee e opinioni.

Del resto l’opera non poteva che riuscire bene, considerando che lo stile di I’m a teenager è stato influenzato dalla musica prodotta proprio dalla casa discografica.

Dettaglio opera Rude Records di Max

“Sono cresciuto a pane e Blink 182 e quando la Rude Records mi ha contattato tramite Ap-art-ment non potevo essere più felice. In questo caso l’ispirazione è venuta in automatico, considerando che da sempre la musica è il carburante che alimenta la mia creatività e che loro rappresentano la maggior parte delle band con cui sono cresciuto. Ho dato il meglio di me e mi sono anche divertito a nascondere qualche rifermento musicale all’interno dell’opera”

Nel disegno ci sono infatti ben sei easter eggs. Sono simboli che richiamano gruppi musicali famosi o piccoli omaggi ai grandi idoli del passato. Voi pensate di riuscire a trovarli tutti?

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